ATTIVITÀ
Ecco alcuni suggerimenti per apprezzare al meglio le nostre colline: Tour a piedi – Tour in bicicletta – Tour a cavallo – Cosa e dove mangiare – Cosa e dove bere
Tour a piedi
- Volta Mantovana. Itinerario la cittadella
- Cilclopedonale da Volta Mantovana al Mincio (ciclabile Mantova-Peschiera): Distanza: 6.2 km (sola andata), Tempo necessario: 1h10m (a piedi), Dislivello complessivo: 50 m, Superficie: Ciclabile asfaltata, Pendenza: Molto lieve, Livello di difficoltà: Facile
Tour in bicicletta
- Ciclabile Volta-Mincio. Lasciandosi alle spalle l'abitato e procedendo verso est, si abbandona via Ferrante Gonzaga per addentrarsi zigzagando tra ampi appezzamenti di terreno, su ameno percorso che conduce a sfiorare alcune coste boscose. Si transita vicino a località Gatti e si prosegue sino a congiungersi, dopo una svolta verso sud, con il fiume Mincio. Distanza: 6.2 km
- La via Carolingia. Da Cavriana (a nord-ovest) fino a Massimbona (in direzione sud-est), un lungo, appassionante itinerario si articola su strade e sentieri, attraversando o lambendo paesi e piccole borgate. E' il tratto della celebre Via Carolingia che attraversa l'anfiteatro morenico sud-gardesano nel territorio di Volta Mantovana e che regala al visitatore l'emozione di un antico pellegrinaggio, o di un epico percorso medievale al seguito dei re Franchi, allorché scendevano dai passi alpini verso il cuore dell'Italia.
- Ciclabile lungo l'alzaia Canale Virgilio. Itinerario che, mantenendosi a sud dell'abitato di Volta Mantovana, permette di ripercorrere trasversalmente – lungo l'ideale asse est-ovest rappresentato dal canale Virgilio – una vasta porzione del territorio pedecollinare, dai pressi del fiume Mincio all'abitato di Guidizzolo.
- Mura, torri, rocche e castelli dell'alto Mincio. Il Mincio e la Guerra . Dall'Alto Medioevo all'età feudale, dall'età comunale a quella delle signorie i territori dell'alto Mincio furono contesi sia per la loro importanza economica sia per il loro ruolo strategico nell'ambito della politica militare. Pagine di storia scritte dai Canossa, dagli Scaligeri, dai Visconti e dai Gonzaga, che portarono alla costruzione di torri, rocche, castelli e recinti fortificati, opere che segnarono la divisione delle terre venete da quelle mantovane, elementi di forza preposti alla difesa del territorio ma anche parti di sistemi predisposti alla lavorazione e custodia dei prodotti e al controllo di dazi e pedaggi speciali. Veri centri della difesa del territorio e della vita amministrativa, giuridica ed economica del feudo e della comunità, elementi di organizzazione che nel corso dei secoli conobbero mutazioni d'assetto e di funzione a seconda degli eventi, della politica e delle esigenze difensive di volta in volta dettate dai governanti.
- Peschiera del Garda – Mantova (Eurovelo 7). Alla fine del XVIII secolo, gli avvenimenti bellici originati dalla rivoluzione francese interessarono anche i territori della valle del Mincio. Per i possedimenti italiani, le campagne napoleoniche sperimentarono varianti di un disegno strategico in cui le linee fluviali del Mincio e dell'Adige, con i territori fra loro compresi, costituivano un sistema difensivo già configurato dalla natura e dalla storia, che richiedeva solo di essere potenziato e rafforzato. L'effettiva validità di tale dispositivo fu confermata durante la campagna di guerra del 1848-49. Ne seguì la definitiva impostazione del Quadrilatero, un sistema difensivo su scala territoriale nato dall'intuizione del feldmaresciallo Josef Radetzky, che coniugava le potenzialità difensive delle linee fluviali con quelle delle fortezze di Verona, Legnago, Peschiera e Mantova. Verona, in posizione arretrata e direttamente collegata all'Impero, costituiva il deposito dove concentrare tutti i rifornimenti militari del Lombardo – Veneto, Legnago, in seconda linea, come testa di ponte assicurava l'appoggio all'ala del medio Adige, mentre Peschiera e Mantova, poste sulla linea del Mincio, in posizione avanzata, costituivano i perni di manovra dell'armata. Mantova in particolare, le cui difese erano state notevolmente accresciute dai francesi, definiva con Peschiera e Borgoforte un sistema in grado di controllare agevolmente il lato occidentale del Quadrilatero, utilizzando la linea di difesa fluviale generata dal Garda ed estesa lungo il Serraglio sino alla riva del Po.
Cosa e dove mangiare
I piatti tipici della zona sono Capunsei (Volta Mantovana), Tortellini di carne (Valeggio sul Mincio), Tortelli di zucca (Mantova), Torta di San Biagio (Cavriana), dolce natalizio Anello di Monaco (Mantova), Torta delle Rose (Mantova), Sbrisolona (Mantova)
- Trattorie: da Pepe (Monzambano), da Stangada (Volta Mantovana), Ai Meneghei (Monzambano), Fornello (Valeggio sul Mincio), Buonumore (Volta Mantovana)
- Agriturismi: La Montina (Monzambano), Corte Civa (Volta Mantovana), Il Filos (Monzambano), Corte Petacchi (Volta Mantovana),
- Ristoranti: Miramonti (Volta Mantovana), DaRita sul Mincio (Volta Mantovana) Antica Locanda Mincio (Borghetto), Gatto Moro (Borghetto),
- Caffè: Il Mulino a Borghetto
Piccola bibliografia culinaria:
Non solo polenta: La tradizione alto mantovana si racconta / Donatella Lusenti, Piervittorio Rossi, Patrizia Zanotti, s. l : Zanotti editore, 2014
Cosa e dove bere
Vini d.o.c. “Garda” e “Garda Colli Mantovani”
- Enoteca Gonzaga, degustazione vini locali, ristorazione e caffetteria a due passi dalla struttura.
- Cantine: Ricchi, Gozzi, Bertagna, Tenuta Maddalena, Reale